


In breve il monastero divenne un'importante congregazione benedettina
La storia della Cervara alterna periodi di grande gloria e potere ad altri di declino: all'inizio del '400 venne gravemente danneggiata durante il conflitto tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1435 il pontefice Eugenio IV fa eseguire alcune restaurazioni, dando facoltà ai monaci benedettini della Cervara di assolvere usurai e ladri, purché, pentiti, facciano una congrua offerta al monastero. Grazie alla protezione del Papa il monastero rifiorisce, incorporando il cenobio di S. Fruttuoso ormai decaduto dagli antichi splendori, e radunando i maggiori monasteri del nord Italia.La Cervara diventa abbazia nel 1546
Nel 1798 comincia una rapida decadenza: in seguito alla soppressione delle corporazioni religiose, il monastero viene abbandonato, saccheggiato, ridotto a casa colonica e abitazione.Nel 1804 il complesso viene affidato ai frati trappisti che vi aprono una scuola; le difficili situazioni politiche costringono però i frati ad andarsene, lasciando ricadere il monastero nell'abbandono e nella rovina.La proprietà passa nel 1868 al marchese Giacomo Durazzo, tre anni dopo ai Padri Somaschi, per tornare nel 1901 ai Padri Certosini.Nel 1990 Gianenrico Mapelli acquista l'abbazia e dà inizio ad un'opera di restauro senza precedenti che restituisce al monastero la sua antica bellezza
L'orto ideato dai monaci è oggi l'unico giardino monumentale all'italiana in tutta la Liguria
E' possibile visitare l'Abbazia, guidati da storici dell'arte, inizia dal seicentesco portale, da dove è possibile godere un panorama che abbraccia tutto il Golfo del Tigullio. Dal cortile, con la cinquecentesca torre di difesa si raggiunge il chiostro inferiore e la cappella, passando per la porticina dei monaci