gennaio 11, 2009

Lo spumante nasce sui fondali






(dal Secolo XIX) L’area marina protetta di Portofino è il teatro dell’originale iniziativa delle cantine Bisson di Chiavari che vogliono far maturare le “bollicine” a 50 metri di profondità
Nasce nel Levante, fra le acque del mare dell’Area Marina Protetta di Portofino e le colline, ottimamente esposte al sole , che abbracciano il mare dell’Area Marina, il primo spumante fatto maturare in mare.
Manca ancora il nome, così come, per ora, si vuole mantenere top secret il punto esatto dove le bottiglie verranno immerse per completare la fase di maturazione dello spumante. Tutto il resto, ha lo spirito e la brillantezza dei protagonisti di questa avventura. Il primo è l’ideatore dello spumante che unisce terra e mare, Piero Lugano: origini metà piemontesi e metà liguri, chiavarese di adozione e fondatore, trent’anni fa, delle Cantine “Bisson” a Chiavari, Lugano ha aspettato che l’idea maturasse con calma e precisione, per non lasciare nulla al caso. Il suo, con il vino, era un destino scritto da quando aveva solo cinque anni.
Un passato da insegnante di materie artistiche, Lugano ha fondato le cantine “Bisson” trent’anni fa, a Chiavari, continuando a coltivare, accanto alla passione per il vino, quella per il mare e per il suo peschereccio. Un’azienda di successo e, tre anni fa, l’idea. «Essendoci poche gallerie e grotte dove far maturare lo spumante, ho iniziato a pensare agli antichi galeoni romani e ai relitti e, soprattutto, a quelle anfore che venivano rinvenute in mare con i vini che non sono state modificati dalle condizioni circostanti». L’idea si trasforma in progetto: con l’enologo Enzo Michelet e l’agronomo Walter Iguera, Lugano pensa a come poter sfruttare le proprietà del mare, per dare vita a uno spumante unico. Coinvolge l’Area Marina Protetta di Portofino, che abbraccia l’idea: il presidente Augusto Sartori e il direttore Giorgio Fanciulli hanno già inoltrato al ministero per l’Ambiente tutte le richieste per le necessarie autorizzazioni. «Pensando alle anfore dei galeoni, mi sono chiesto e ho studiato il perché il vino fosse riuscito a conservarsi senza alterare le sue proprietà.» Per una perfetta maturazione, la luce deve essere quasi assente e non intaccare i vetri oscurati delle bottiglie. Il fondale del mare garantisce queste condizioni, così come a una profondità tra i 50 e i 70 metri una temperatura ideale di 15 gradi centigradi e scarsissime escursioni termiche.
C’è di più: Lugano ha unito il mare protetto del Levante ligure al territorio che lo sovrasta, scegliendo di posizionare il vigneto nelle migliori condizioni microclimatiche possibili, ovvero nella perfetta esposizione al sole e in collina. «Il vitigno utilizzato è la Bianchetta Ligure, che esiste solo nel nostro Levante- continua- e la vendemmia è già stata fatta, leggermente in anticipo rispetto ai tempi, per ottenere un vino base dalla perfetta acidità per essere spumantizzato». A oggi siamo alla seconda fase, ovvero alla fermentazione malolattica: la terza, sarà la maturazione in mare del vino in apposite bottiglie, inattaccabili dagli agenti ossidanti così come le gabbie in acciao inox che le ospiteranno».
Le bottiglie di spumante saranno pronte nel 2010. «Abbiamo unito terra e mare, conclude Lugano, certamente i costi di questo processo sono elevati, per un prodotto certamente unico».

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